
Nel buio di quella piccola stanza da letto ogni cosa sembrava a suo posto. La scrivania pulita ed ordinata, le librerie con i numerosi libri, il grande armadio, la mensola messa di fronte al letto con sopra il televisore, la porta chiusa con la chiave nella sua toppa e le imposte delle finestre anch′esse chiuse per non far passare la luce dei lampioni stradali di fuori.
Il tempo passava. Forse dormiva, forse non ancora. nemmeno lui se ne rendeva conto mentre si rigirava alla ricerca della posizione giusta. Passava pure un′ora e per lui era solo un interminabile istante da sveglio che non finiva mai.
Accese il cellulare per controllare l′ora, erano le 12,03, troppo presto per alzarsi e troppo poco tempo passato a dormire. Dopo anni soffriva ancora di insonnia forse? Inutile chiederselo, era meglio provare a prendere sonno.
Il giorno dopo avrebbe avuto una giornata intensa. Fatta di un lavoro precario stressante e mal pagato, di una fidanzata bella ma nevrotica nelle sue fissazioni e di una famiglia che desiderava tanto che avesse un buon lavoro, che se ne andasse pure di casa. Allo stesso tempo volevano pure che dava una mano dentro, visto che avevano tanto bisogno di lui. Le solite fatiche e contraddizioni quotidiane.
Chiuse gli occhi, prova a dormire pensava. Niente, era inutile. Il sonno quella notte lo aveva abbandonato, tanto vale fare come faceva quando non riusciva a dormire anni fa e, sconfortato dalla stanchezza, si alzò dal letto.
Tutto nella stanza aveva il colore del buio. Solo la luce del cellulare che usava come torcia illuminava di poco.
Prese il telecomando dalla scrivania e accese il televisore iniziando a cercare qualcosa che gli conciliasse il sonno.
C′era molta pubblicità, di questo o quel prodotto, comprate questo e sarete così dicevano. Oppure repliche di programmi che andavano in onda di giorno, come se vederli una volta non bastasse. Con la faccia assonnata e i capelli sfatti girava per i canali alla ricerca di qualsiasi cosa di interessante da vedere, anche qualcosa di noioso andava bene. In fondo un canale valeva l′altro.
Smise di cercare quando vide quella sigla famosa. Stavano mandando in onda un vecchio telefilm poliziesco. Si era sempre chiesto come mai non lo mandavano più in onda anni fa. Aveva perso l′ultima puntata poiché il giorno dopo aveva un esame importante. Era meravigliato di poter vedere dopo anni l′ultima puntata.
Infilatosi di nuovo sotto le coperte, iniziò a guardare la televisione.
Il protagonista di quella serie era un poliziotto di nome John, indagava su di una serie di strani delitti. Nell′ultima puntata doveva trovare ed arrestare l′assassino psicopatico di nome Frank, colpevole degli efferati e brutali omicidi.
Non era affatto male come serie per lui, anche se un po’ banale.
Le immagini sullo schermo si susseguivano. Ora con una sparatoria, ora con un pianto di una vittima morente, e alla fine con l′inseguimento conclusivo dell′eroe.
Il sonno si faceva sentire con la sua leggera pesantezza.
Senza rendersene conto chiuse gli occhi e iniziò a dormire, proprio quando il protagonista del telefilm stava per aprire la porta rossa dove aveva visto entrare l′assassino.